La rassegna iridata di biathlon dedicata alle categorie giovanili Youth e Junior, che si sta svolgendo nella località estone di Otepää, è giunta al giro di boa con la disputa della sprint femminile U19.
La svedese Elsa Tanglander (0+1) cambia totalmente faccia rispetto all’individuale e conquista un prestigioso titolo, è il punto più alto della sua giovane carriera. Alle sue spalle si attesta la transalpina Voldiya Galmace Paulin (1+1), è la più in forma tra le ragazze, non ha ancora mancato una volta l’appuntamento con il podio e con l’argento odierno completa la collezione di medaglie. Terzo posto per la giovanissima Melina Gaupp (0+1), la nazionale tedesca continua a produrre talenti e lei è l’ultima di una lunga lista di atlete che nei prossimi anni domineranno ai piani superiori. Tre le azzurre presenti al via, di cui due piemotesi: Carlotta Gautero -medaglia d’oro ai Giochi Olimpici Giovanili-, Nayeli Mariotti Cavagnet e Fabiola Miraglio Mellano. Le tre esponenti della squadra italiana, essendo nate nel 2006, avranno diritto di permanenza per un altro anno nella categoria Youth. La piemontese Carlotta Gautero (1+0) è stata la migliore in casa Italia, ha concluso la prova al 4° posto a soli sette decimi dal bronzo. Lei e la tedesca Gaupp hanno disputato una prova alla pari, quattro i secondi guadagnati dalla teutonica nel tiro mentre sugli sci Gautero la precede in classifica per 3.5s. Tirando le somme poteva finire in un modo o nell’altro, in questa situazione il vantaggio dato dal pettorale più alto dell’atleta tesserata per la società di biathlon di Ulm ha effettivamente dato un vantaggio concreto. Fabiola Miraglio Mellano (0+2) termina la prova al 30°, ben diverso l’approccio alla gara rispetto alla precedente uscita di sabato. La valdostana Nayeli Mariotti Cavagnet (47°, 4+0), dopo la top ten dell’individuale, era tra i papabili nomi per un piazzamento prestigioso, ma le difficoltà a terra hanno fatto svanire la possibile favola. Le condizioni trovate delle atlete lungo la pista -anello da 2.0km- erano pressoché le medesime viste in mattinata: temperature intorno ai tre gradi centigradi, scarsa visibilità e un vento leggero ma di non facile lettura.
Al maschile, il norvegese Kasper Kalkenberg (0+0), classe 2005, migliora il metallo ottenuto nell’individuale e si riconferma campione del mondo nel format più veloce del biathlon. Come se non bastasse, troviamo il medesimo secondo della prova iridata dello scorso anno in Kazakistan: il croato Matija Legovic (0+1), cresciuto sugli sci nell’inverno corrente, chiude a +30.1s dallo scandinavo. Il bronzo va ad appannaggio del finlandese Jimi Klemettinen (0+1), aveva già dimostrato sulle nevi estoni nei passati giorni, sfiorando due volte la medaglia, di essere in condizione.
In casa Italia solo tre i ragazzi che hanno preso il via alla manifestazione: Michele Carollo, Nicola Giordano e Davide Cola. Il cuneese Michele Carollo (1+1) si riconferma la guida all’interno della squadra azzurra. Il -da pochi mesi- carabiniere ha concluso la prova al 16° posto, ha disputato una discreta prova in entrambi i segmenti di gara. Col pettorale 96 è scattato Davide Cola (36°, 0+1), l’ultimo bersaglio mancato è stato oltremodo sanguinoso, senza l’errore le difficoltà sugli sci potevano essere parzialmente appianate dalla precisione. Il piemontese delle Fiamme Gialle, Nicola Giordano (43°, 1+3), non avendo niente da perdere ha provato ad affrontare alla garibaldina la sessione in piedi.
La nebbia e la scarsa visibilità hanno accompagnato i biatleti lungo tutto lo svolgimento della gara. Inoltre, le temperature sopra lo zero termico e l’elevata umidità hanno impattato sulla tenuta della pista -anello da 2,5km-. Il poligono, come durante l’individuale e le staffette miste, è stato assoluto protagonista, al traguardo oltre al vincitore sono solo cinque gli zero in classifica. Il transalpino Antonin Guy (1+1), che fino ad ora in stagione non aveva mai mancato la medaglia tra Giochi Olimpici giovanili e Mondiali (5 ori e 1 argento), è stato tradito dalla sua capacità al tiro, a testimoniare le difficoltà che si sono trovati ad affrontare gli atleti. Il norvegese Kalkenberg si aggiudica anche la migliore prestazione nel course total time per 3.3s sul croato Legovic: con sagacia ha impostato il suo ritmo di gara con un crescendo di intensità combaciato con l’inizio della seconda tornata.